Canne della Battaglia

Area Archeologica dell'antica città di Canne

Sulla riva destra del Ofanto a 5 miglia dal mare la mattina del 2 agosto del 216 a.C., nei pressi della città di Canne si fronteggiarono l'esercito dell'imbattibile Annibale e quello di Roma guidato dai consoli Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo.

John Trumbull  -  Morte di Lucio Paolo Emilio a Canne

La città era costruita su un'altura che domina, oggi come allora, la Valle del Ofanto ed Annibale aveva piantato le tende del suo accampamento proprio nei pressi della città in modo che il Volturno, come Livio chiama il vento che sollevava la polvere dai campi arsi d'agosto, arrivasse al suo esercito dalle spalle. Anche se non tutti gli storici concordano, lo scontro tra romani e cartaginesi avvenne probabilmente in località “Campo di Sangue”, nome che rimanda alla memoria la carneficina di legionari romani che fecero i soldati di Annibale.

Parco archeologico di Canne della Battaglia: a) al centro gli scavi della città di Canne – B) in alto a destra l'Antiquarium e la Stazione ferroviaria

Il sito di Cannae era abitato sin dall'età del bronzo come dimostra il Menhir che si trova appena fuori dell'area archeologica ma divenne poi città sotto il dominio dei Messapi a cui la tolsero i romani nel III secolo A.C. L'abitato che si era andato formando a partire dal V-IV secolo a.C. divenne un vicus romano e per la sua posizione sul fiume Aufidus (Ofanto) un importante emporio fluviale. Vivace centro commerciale fino al tardo impero ebbe poi una nuova fase di prosperità sotto il dominio bizantino tra il VI ed il IX secolo ed infine un'ultima fase normanno-sveva dal XI al XIII secolo. La città andò via via spopolandosi in seguito alla crisi economica del XIV.
Sull'altura che si erge sull'altopiano delle Murge si sono così succedute quattro diverse città le cui testimonianze sono state trovate dalle campagne di scavo realizzate nel secolo scorso e che hanno individuato i siti dove ci furono gli insediamenti che solo parzialmente sono stratificati. Questa ricchezza di reperti è ora racchiusa nell'Area Archeologica di Canne della Battaglia i cui reperti più preziosi sono custoditi nell'Antiquarium costruito nei pressi della stazione ferroviaria sorta a servizio esclusivo del sito archeologico.

Battaglia di Canne, 216 a.C. - Schieramenti degli eserciti e in alto Kannae

Sebbene i ritrovamenti archeologici non siano utili a stabilire con certezza che proprio questo sia stato il luogo della battaglia - alcuni archeologici infatti sostengono che lo scontro avvenne sulla riva destra del fiume Fortore in località Ischia Rotonda vicino a Carlantino ed al confine con il Molise – il nome di Canne nell'immaginario collettivo resta legato a quello della grande battaglia mentre la città fu molto più importante nei secoli seguenti ed in particolare nel corso del medioevo quando divenne sede episcopale.
In età pre-romana e romana, Kannae si trovava in posizione dipendente da Canosium (Canosa); in età romana la sudditanza di Kannae nei confronti di Canosium dipese proprio dal comportamento che le popolazioni delle due città ebbero verso Roma nel momento cruciale del confronto con Annibale.

Sito archeologico Canne della Battaglia – Barletta, BAT IT

Nel 216 gli abitanti di Canosium combattereno la famosa battaglia di Kannae a fianco dell'esercito romano e quando questo fu sconfitto i superstiti trovarono rifugio a Canosium nei possedimenti di una ricca nobile matrona, Busa. Al contrario a Kannae la popolazione, sebbene la città fosse difesa da una cinta muraria, si sottomise ad Annibale e forse ci fu anche qualche frangia che appoggiò Annibale con il fine di liberarsi dell'influenza romana. La disfatta di Kannae costò a Roma 45.000 legionari, novanta senatori, trenta tra ex-consoli, pretori ed edili; dopo Kannae i cartaginesi presero una alla volta le città apule eccetto Canosium che protetta dalle sue mura oppose resistenza ad Annibale per ben sette anni. Nel 209 finalmente i romani riuscirono ad infliggere proprio davanti a Canosa la prima sconfitta d Annibale; dopo furono riconquistate tutte le città e Canosium per la sua fedeltà promossa caput regionis Apuliae ottenendo un predominio territoriale che durerà sino alle guerre civili.
La battaglia di Kannae portò distruzione in tutto il suo territorio e la città di origini apule scomparve; dopo la sconfitta di Annibale a Taranto i romani ripresero ad una ad una le città e al posto di quelle distrutte sorsero altri abitati che ne presero il nome. Una nuova Cannae sorse sulla collina lungo il cardo ed il decumano segnato dagli agrimensori romani.
Tutto il territorio che era stato sotto il controllo di Annibale anche dopo la sua sconfitta, veniva considerato con sospetto dai romani, solo al tempo di Cesare dopo un secolo e mezzo e l'assegnazione di molta parte dei territori a coloni di provata fedeltà provenienti da altre aree ormai romanizzate della penisola, si tornò ed una considerare la regione e ad accogliere i suoi rappresentanti nella classe politica romana.

Scontri tra Normanni e Bizantini – Codice miniato XII secolo

Sebbene il suo nome rimandi sempre alla famosa battaglia, Canne ha avuto una sua vita anche dopo la famosa battaglia,infatti nel suo territorio sono stati ritrovati due pietre miliari della Via Traiana, costruita quasi 3 secoli dopo la battaglia e che indicano come ancora la città si trovasse lungo una importante direttrice di traffici.
Nel I e II secolo d.C. ritrovamenti epigrafici hanno consentito di individuare i nomi delle gens più importanti del territorio che in età tardo repubblicana erano gli gli Arrii ed i Postumii mentre in età imperiale erano gli Annii ed i Baebii; ancora nel III secolo d.C. un Marcus Arrius Clementianus che fu senatore.
Dopo la caduta dell'impero romano la vita della città fu spesso sconvolta da occupazioni e devastazioni che portarono ad abbandoni e rinascite; nel 547 furono gli Ostrogoti di Totila a saccheggiarla quasi per punirla dell'appoggio dato alle truppe bizantine di Belisario che sbarcato a Brindisi si stava dirigendo a Roma per metterla sotto assedio. Gli eventi della guerra gotica segnarono indubbiamente Cannae che sarà ricostruita per la quarta volta dai bizantini anche se durante questa dominazione fu devastata nel 862, al pari di Canosa, dai Saraceni.
Il periodo della dominazione bizantina può essere considerato quello d massimo splendore della città. Tuttavia Canne tornò nuovamente alla ribalta all'inizio del XI secolo quando in Capitanata arrivarono i Normanni e iniziarono scontri terribili con i Bizantini; nel 1017 dapprima i Normanni riuscirono a sconfiggere i Bizantini in tre scontri consecutivi ma questi passati sotto la guida di Basilio Boioannes imposero ai Normanni una delle più terribili sconfitte della loro storia. Ci vollero anni perchè i Normanni si riprendessero e solo nel 1041, ancora una volta a Canne riuscirono a sconfiggere definitivamente i Bizantini ed poi a conquistare Melfi. Qui i cavalieri normanni si divisero il territorio che avevano conquistato e Canne divenne la Contea di Umfredo e poi del figlio Ermanno.

Canne della battaglia, area archeologica di età bizantina

In quegli anni nasce a Canne il suo cittadino più illustre: Ruggero che si dimostrò uomo di fede sin da giovane e fu presto acclamato vescovo dai suoi concittadini reggendo la sede vescovile sino al 1129. Ma le vicissitudini di Canne non finirono; il 10 giugno del 1083 Roberto il Guiscardo incendiò Canne divenuta sede dei conti in rivolta guidati da Ermanno Anche da questa catastrofe la città riuscì a riprendersi e proprio per la politica del Vescovo Ruggero tanto che nel XII secolo Canne ritornò ad essere un centro importante dove svolgevano il loro ufficio ben 13 notai che si occupavano non solo di compravendite di terreni ma anche di oggetti preziosi, vino, olio, grano, lana e pelli; i loro nomi erano Basilio, Gaiderisio, ...

Atlante della Croce – Mappa del territorio di Canne nel 1760

Ancora nel basso Medioevo Canne era una sede vescovile, segno della sua immutata importanza come risulta dalla carta notarile in cui Arturo vescovo di Canne cede la Chiesa di Santa Maria de' Mari ai Templari del priorato di Barletta.
Canne ha ancora un ruolo importante ed è città ricca almen fino a quando Federico II decide di spostare la sede amministrativa a Barletta causando con il trasferimento dei funzionari imperiali ed anche l'esodo della assortita popolazione che viveva su quelle attività e sull'afflusso di uomini e cose che ne erano attratti.
Nel 1276 poiché la cattedrale stava andando in rovina molti cannesi che si erano trasferiti a Barletta pensando che non sarebbero più tornati, con un colpo di mano ottennero di traslare il corpo di San Ruggero nella città che era diventata la loro nuova residenza. Intanto nel 1303 Carlo II d'Angiò unificò amministrativamente il territorio di Canne a quello di Barletta e pochi anni più tardi nel 1325 Papa Martino V unì il vescovado di Canne a quello di Trani e spostò la cattedra episcopale nella città costiera.

Colonna di Canne, commemorativa dei caduti romani, innalzata nel 1939 – Canne, Barletta IT0

Alla fine del XIV secolo Canne era diventata un borgo dove vivevano solo contadini sottoposti alla giurisdizione del vescovo di Barletta. Intanto la città si era spopolata e dopo aver perso la sua funzione amministrativa anche i contadini preferirono trasferirsi andando a formare degli insediamenti proprio lungo l'Ofanto in quanto la vicinanza dell'acqua favoriva l'impianto di vigneti come risultano nelle mappe del territorio di Canne.
Gli scavi della città di Canne sono avvenuti in massima parte durante il periodo fascista in cui si voleva recuperare quanto più possibile tutto quanto inerente a Roma antica.
Oggi il sito è parte del Parco archeologico di Canne della Battaglia dove si può arrivare da Barletta con un treno che dopo una corsa di circa dieci minuti si ferma proprio nei pressi del sito archeologico ed a servizio del quale fu costruita già nel 1939 quando fu chiamata “Canne Scavi”.
Allora per commemorare il giorno della battaglia in cui I Romani lasciarono sul campo 48.200 uomini, 4500 prigionieri e un numero indefinito di feriti e mutilati (Livio: XX, 49:39), fu innalzata sopra la collina di Canne una colonna di granito che poggia sua una base i cui lati recano incise le frasi di Livio e Polibio, i due storici che raccontarono la feroce battaglia:

“NULLA PROFECTO ALIA GENS TANTA MOLE CLADIS NON OBRUTA ESSET”
Certo nessun altro popolo avrebbe saputo non crollare sotto il peso di tanta rovina

“ANDRES AGATHOI KAI TES ROMES ACSIOI”
Uomini valorosi furono e degni di Roma

DOVE SOGGIORNARE

Vedi prezzi e disponibilità last minute per i prossimi fine settimana