Egnatia

Area archeologica di Egnazia,veduta aerea – Fasano, Brindisi IT

Strabone alla fine del I secolo a.C. descriveva Egnatia come una città grande e ricca e ne lasciava intendere la sua origine come città fondata dai Messapi, ma in realtà non ci sono evidenze che confermano questa origine. Certamente i Messapi erano i suoi abitanti quando fu conquistata da Roma ma già loro l'avevano trovata costruita.

Egnatia – Mura dell'acropoli messapica sommersa dal mare

La sua storia iniziò molto presto nel XV secolo a.C. ; infatti, già nella media età del bronzo gli uomini si insediarono in questo tratto di costa ed il primitivo villaggio di capanne ben presto era divenuto un abitato di pietra che si estendeva dalla colline dell'acropoli verso l'interno. La parte più importante era difesa da un muro di cinta di cui resta visibile un tratto identificabile dalla tecnica costruttiva a secco.
I Messapi, popolazione di etnia greca, sottomisero quell'abitato nel IX secolo a.C. e lo chiamarono Gnathia; la città insieme a Kailia (Ceglie) e Oria faceva parte della dodecapoli messapica, la federazione che riuniva le città-stato in cui era organizzata la loro struttura amministrativa. La città secondo la consuetudine dei coloni greci provenienti da oriente si sviluppò ad una certa distanza dalla costa, difendibile da aggressioni ed al sicuro da eventi di origine marina che potessero danneggiarla ma comunque sufficientemente vicina ad un comodo approdo per facilitare le attività commerciali.

Resti della città messapica sommersa dal mare

Nella città si parlava una lingua illirica che secondo gli studiosi presentava forti assonanze con l'albanese moderno ed aveva similitudini e forme del segno vicine al greco antico e questa relazione è confermata dalle epigrafe ritrovate negli scavi archeologici nell'area della necropoli.
Alcuni studiosi ritengono che da questa lingua sia nato il nome della città Gnathia il cui significato sarebbe “bocca” o “imboccatura” riferendosi al suo particolare approdo favorito da un'insenatura che l'avrebbero resa il porto più importante del territorio dei Peuceti.

Cratere in ceramica tipo Gnathia, IV sec a.C

Come tutte le città messapiche Gnathia, posta al confine con la Peucezia. era una citta-stato cinta da mura e poiché si trovava sul mare, queste correvano a semicerchio ma solo dalla parte verso terra. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce quasi 2 chilometri di mura risalenti al V secolo A.C. La città messapica era stata costruita su un'altura da cui dominava il mare e l'approdo.
A partire dal IV secolo a.C. avvenne la crescita della città vera e propria con la realizzazione di alcuni edifici pubblici localizzati nella parte più alta, l'acropoli. Sull'acropoli - a suo tempo sito dell'insediamento osco/sannita - venne costruito un tempio e due stoa (lunghi portici), mentre la parte residenziale si sviluppò nell'immediato entroterra. Egnatia città-stato messapica divenne il centro propulsore del territorio che controllava, le proprietà agricole si sviluppavano attorno ad essa con andamento radiale come anche il sistema viario che la metteva in comunicazione con le altre grandi città messapiche.

Cratere con volute in ceramica policroma tipo Gnathia, IV sec. a.C.

La ricchezza della città messapica è rivelata anche dalla ricchezza della sua cultura artistica e se a Taranto si trovavano le botteghe degli artigiani, Gnathia a cavallo tra il IV ed il III secolo a.C fu uno dei centri di committenza più vivaci tanto che il gran numero di ritrovamenti archeologici hanno portato gli studiosi a definire come “Ceramica di Gnathia” il vasellame di tipo a vernice nera con figure dipinte policrome di cui peraltro esempi si sono trovati in altre aree della Magnagrecia ed in tutta l'area del Mediterraneo.
Il tesoro di reperti ceramici di Gnathia proviene tutto dalle due necropoli poste fuori della fortificazione di età messapica il cui uso si riferisce sia all'età ellenistica che all'età romana.

Area archeologica di Egnazia, Necropoli messapica – Fasano, Brindisi IT

L'area da cui provengono i reperti più importanti è identificata come la necropoli occidentale e vi sono state trovate tombe a fossa, a semicamera e a camera, alcune delle quali decorate con raffinati affreschi come nella Tomba delle Melagrane. La tomba fu scoperta nel 1971 durante i lavori di costruzione del Museo del Parco e si decise di inglobarla nelle fondazioni dell'edificio, soluzione che consente la sua protezione e conservazione ed al tempo stesso di essere visitabile.

Tomba delle Melagrane, le porte monolitiche, IV-III sec. a.C. – Museo Archeologico di Egnatia, Fasano IT

Si tratta di una tomba a camera messapica risalente al IV-III secolo a.C. le cui pareti sono coperti di affreschi con motivi floreali tra cui rami d'edera e melagrane da cui le è derivato il nome. La tomba è anche una delle poche di cui sono state ritrovate le porte monolitiche in pietra ancora in situ.
Con la fine della seconda guerra punica, Egnatia passò sotto il definitivo dominio di Roma. Le testimonianze letterarie che riguardano Egnatia non sono molte, solo Orazio la cita in una Satira perchè vi passò, percorrendo la strada militare costruita nel 201 a.c.dal console Rufo Minucio, insieme alla delegazione guidata da Mecenate durante il viaggio che fecero nel 37 a.C. da Roma a Brindisi per andare ad incontrare Antonio. Nell'età di Augusto le fortune della città crebbero molto perchè il suo patrono era Marco Agrippa uno degli uomini più importanti dell'Impero. Agrippa amico e braccio destro di Ottaviano sin dal 40 a.C. avviò un importante programma edilizio di cui il porto, costruito sfruttando un'insenatura naturale, fu una delle realizzazioni più importanti. Appartengono quasi sicuramente al porto di Agrippa i moli in opera reticolata a difesa del bacino portuale settentrionale che oggi sono visibili anche se sommersi dall'acqua.

Piazza porticata

Il centro della città romana era nel Foro circondato dalle stoa e su cui si affacciava la Basilica Civile denominata delle “Tre Grazie” per il mosaico pavimentale che ora si può ammirare al Museo Archeologico sito all'interno del Parco. Nei pressi del Foro c'era poi un'area sacra dove si trovavano il Tempio di Cibele, la grande madre e poi quelli della Dea Syria e di Attis.

Testa di Attis ritrovata ad Egnatia – Museo di Egnatia, Brindisi IT

Il complesso si apriva su una piazza quadrata e ne facevano parte un recinto di forma ellittica forse usato per lo svolgimento dei Ludi Megalenses in onore della Magna Mater ed un altro ambiente di cui è rimasta una vasca per i riti di purificazione della lavatio; nell'area è stata anche trovata una bellissima testa raffigurante Attis, il Dio figlio e amante di Cibele, di cui doveva esserci sicuramente una grande statua.
Fu il suo porto che in età romana fece di Egnatia una città molto ricca, era il punto d'approdo più vicino per coloro che arrivando dall'oriente e attraversando la Grecia e l'Epiro dovevano raggiungere Roma. L'importanza che assunse per le rotte commerciali è testimoniata indirettamente dal nome che fu dato alla strada che assicurava i collegamenti al di là dell'Adriatico: Via Egnatia.

Tracciato antica Via Egnatia collegamento oltre l'Adriatico con l'Oriente

L'importanza di Egnatia come centro commerciale in età romana è anche indirettamente attestata dalla presenza di una folta comunità di giudei che vi si erano trasferiti da Puteoli proprio per esercitarvi attività commerciali e finanziarie, tra l'altro la città divenne metà di pellegrinaggi perché sembra che vi fu un miracolo del “loro dio” come racconta con un misto di perplessità ed ironia il poeta Orazio (Satire 1, 5, 97-101): Gnatia / dedit risusque iocosque, / dum flamma ....
Nel volgere di un secolo, la crescita dell'impero e dei traffici commerciali resero il porto inadeguato per le nuove navi onerarie lunghe circa 25 m., larghe 8-10 e capaci di trasportare 110-180 tonnellate di merci. Alla fine del I secolo d.C. il traffico marittimo si spostò sulla costa tirrenica della penisola.

Area archeologica di Egnazia, Anfiteatro – Fasano, Brindisi IT

Uno dei monumenti più importanti di Egnazia romana è il suo cosiddetto anfiteatro; gli archeologi ritengono che, per la sua forma irregolare, l'edificio venisse usato prioritariamente come spazio per le riunioni della cittadinanza e poi anche come luogo per gli spettacoli circensi.

Area archeologica di Egnazia: tracciato della Via Traiana – Fasano, Brindisi, IT

Quando Traiano trasformò la strada militare (Via Minucia) nella consolare che porta il suo nome, Egnatia divenne uno dei centri più importanti della Regio II Apuliae et Calabriae. La città divenne una delle statio più importanti della via Traiana che l'attraversava longitudinalmente separando la città monumentale delle basiliche e dei templi dalla città residenziale.
Come conseguenza dell'essere uno dei porti in cui approdavano coloro che venivano da oriente fu uno dei primi siti di evangelizzazione e quindi una delle prime città apule dove si diffuse il cristianesimo. L'adesione della popolazione alla nuova religione comportò la costruzione di due edifici adibiti al culto; una grande basilica paleocristiana è stata ritrovata durante la seconda campagna di scavi.

Scavi di Egnazia, basilica episcopale – Fasano, Brindisi IT e Ricostruzione 3D Basilica episcopale di Egnazia - Massimo Caggese, ALTAIR 2015

Dopo la caduta dell'impero romano la vita cambiò ad Egnatia ma la felice posizione sulla Via Traiana ed il porto che i romani avevano costruito contribuirono a conservare la vivacità dei commerci rendendola ancora una città sufficientemente ricca.
Nel 501 a marcare l'importanza politico religiosa della civitas vi fu istituita la sede episcopale; le fonti documentarie citano Rufenzio vescovo Egnatinus e Ignatinus come presente ai concili romani di Papa Simmaco del 501 e 502.
Pochi anni più tardi nel 545, nel corso delle Guerre Gotiche, Egnazia fu saccheggiata e semidistrutta dai Goti di Totila. Tuttavia la presenza della Via Traiana che attraversava la città le permise di continuare a vivere finoI secolo; fu in questo periodo che iniziò il dominio bizantino che coincise con la costruzione di una cinta muraria a protezione dell'acropoli ed all'interno della quale è ben individuabile nel settore sud-orientale un castrum di forma quadrata, protetto da torri e con l'ingresso principale dal lato verso il mare. Così munita Egnatia rimase un fortilizio bizantino fino al 674 quando Romualdo I conte di Benevento riuscì a strappare agli strategoi d'oriente Brindisi e Taranto.

Pianta del castrum bizantino di Egnatia in relazione alle evidenze di scavo – Egnazia, Fasano di Brindisi IT

Ancora nel VII secolo Egnatia era una città sufficientemente ricca e sede di traffici tra occidente ed oriente tanto che quando iniziarono le incursioni dei pirati saraceni fu una delle città che venivano spesso saccheggiate; per sfuggire a questo pericolo ricorrente molti abitanti si trasferirono nelle tane, le abitazioni ricavate nella roccia del vicino Portus Pedie, il piccolo vicus lungo la costa dove vivevano i pescatori; da allora iniziò migrazione degli abitanti di Egnatia verso altri siti che sarebbero poi diventati le odierne cittadine di Monopoli e Fasano.
Al contempo erano cambiati anche i percorsi dei nuovi dominatori ed infine altri avvenimenti concorsero alla sua fine: prima un epidemia di malaria che decimò la popolazione e dopo un tremendo terremoto che causò l'abbassamento del livello della costa e lo sprofondamento di gran parte della città che fu completamente abbandonata.
Ancora durante tutto il medioevo dal suo porto passavano anche i pellegrini che andavano in oriente ed i monaci che si recavano a Roma. Dopo il secolo XI la città veniva indicata come una civitas vivace ed attiva anche chiamata Leonatide dal termine Leonatia con cui era riportata, probabilmente per corruzione, nell'itinerario Gerosolimitano. Nella città si trovava una delle mansio o stazioni di cambio che utilizzavano coloro che si recavano in pellegrinaggio in Terrasanta; sembra che anche i Templari ebbero una loro sede ad Egnatia.

Pianta di Egnazia realizzata da Pratilli nel 1745

Dal XVI secolo in poi Egnatia è citata da alcuni viaggiatori e storici ma solo come cava a cielo aperto per i fabbisogni costruttivi degli abitanti delle vicine cittadine di Fasano e Monopoli.
Nel XVII l'area si presentava come nella mappa disegnata da Francesco Maria Pratilli, archeologo a cui si deve una studio della via Appia da Roma a Brindisi corredato di molte mappe dei siti che attraversava. Dalla sua mappa emerge come già allora era ben conosciuta la posizione della necropoli a ridosso delle dune, l'acropoli identificata con il castello della Egnazia medievale e il “piano della città” ormai divenuto terreno agricolo.
Gli scavi dell'antica città sono iniziati alla fine del XVIII secolo anche se in realtà si trattò di spoliazioni da parte dei soldati francesi al seguito di Napoleone. Non furono da meno gli abitanti di Fasano e Monopoli che nel 1848 di fronte ad una tremenda carestia “rubarono” dalle tombe della necropoli gli oggetti dei corredi funerari che sono così finiti sul mercato antiquario e nelle collezioni di tutto il mondo.
Vere e proprie campagne di scavo sono iniziate solo nel 1912 e quanto è stato rinvenuto fu dapprima inviato al Museo di Taranto e solo dal 1970 gli oggetti ritrovati sono esposti nel Museo che si trova all'interno del Parco Archeologico.

Localizzazione geografica scavi di Egnazia – Fonte: www.musei.beniculturali.it

L'area archeologica di Egnathia o Egnazia si trova a pochi chilometri di Fasano ed è raggiungibile sia percorrendo la strada provinciale SP90, che corre litoranea attraversando il parco archeologico, che la parallela e più interna SP3 che da Monopoli arriva a Fasano.

VIDEO: youtube.com/embed/eM3VqWlC_Uc

Bibliografia:
- Marco Campese, Michele Cuccovillo, Massimo Caggese: Le fortificazioni bizantine dell'Acropoli di Egnazia. VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Lecce 2015

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