Le vasche dei re a Torre S. Pietro

Carico di sarcofagi di una nave lapidaria affondata nel Mar Jonio – S. Pietro di Bevagna, Taranto IT

Tra la caduta dell'impero romano e l'età definita alto medioevo, in Apulia e nel Salento in particolare sembra esserci un lungo periodo di silenzio, un vuoto di espressioni artistiche che invece i continui rinvenimento nelle necropoli stanno via via riempiendo. Partendo proprio dai monumenti funerari si può tentare di scoprire cosa accadde all'arte della Puglia in quei secoli.
Negli anni settanta del secolo scorso davanti a Torre S. Pietro a 300 metri dalla costa tarantina, nei pressi della foce del Chidro venne rinvenuto il relitto di una nave che conteneva sarcofagi appena sbozzati. Il giacimento era composto da 23 sarcofaghi provenienti dalle cave di marmo dell'isola di Taso e che sono stati soprannominati i sarcofagi dei Re. In realtà non ci sono informazioni che consentano di individuare a chi fosse destinato il carico ma è probabile che fosse atteso in una delle città della Magna Grecia sulla costa ionica oppure il suo porto di destinazione era quello di Ostia ed i sarcofagi commissionati da patrizi romani.

Sarcofagi dei Re – S.Pietro di Bevagna, Lecce IT

Per i romani era usuale il trasporto dei marmi dalla cave greche, il marmo pario sembrava insostituibile per le opere richieste dall'aristocrazia, almeno fino a quando si capì che le cave di Luni avevano un marmo altrettanto bello e con minori costi di trasporto poiché si trovavano in Etruria. Tuttavia le navi lapidarie continuarono a solcare l'Egeo con i loro preziosi e pesanti carichi.
Dalle cave di marmo delle isole dell'Egeo, ancora dopo che la corte imperiale aveva abbandonato Roma a favore di Costantinopoli, arrivava il marmo più prezioso per abbellire i templi, i palazzi pubblici e le domus, ma anche per i monumenti funerari delle classi aristocratiche ed abbienti dei municipia delle penisola italiana. Nelle cave più famose dell'Egeo molti elementi architettonici venivano cavati dai blocchi e appena abbozzati per essere poi inviati alle destinazioni dove venivano rifiniti secondo i differenti temi culturali.

Sarcofagi dei Re – S.Pietro di Bevagna, Lecce IT

La penisola italica del IV secolo d.C. era non solo un miscuglio di etnie diverse ma anche di religioni molto diverse. Nonostante l'opera di evangelizzazione condotta dai primi patriarchi cristiani avesse portato alla conversione di larghi strati della popolazione, esistevano ancora molti adepti dei culti pagani e agli dei della Roma pagana si affiancavano anche credenti delle religioni orientali.Il trasporto di blocchi di marmo e semilavorati dalle cave della grecia e dell'Egitto era una consuetudine che risaliva al I secolo d.C.; nelle cave dalla Grecia all'Asia minore c'erano funzionari imperiali che controllavano il lavoro delle maestranze locali. I semilavorati colonne, capitelli, fregi, sarcofagi appena abbozzati venivano caricati sulle navi lapidarie con destinazione Roma, l'Italia ma anche la Gallia e la Spagna. Le rotte seguite da queste navi sono oggi testimoniate da relitti che giacciono in fondo al mare tra Taranto e Porto Cesareo.

Sarcofagi dei Re – S.Pietro di Bevagna, Lecce IT

Questa era la rotta della nave lapidaria che trasportava i 23 sarcofagi e che deve essere stata travolta da una tempesta andando a posarsi sul fondo del mare con il suo pesante carico: 23 sarcofagi il cui peso è stato stimato tra una e sei tonnellate di peso. Proprio il peso e la lavorazione ancora grezza dei manufatti ne hanno sconsigliato il recupero sebbene si trovino a soli cinque metri di profondità, trasformando il sito in uno dei più interessanti ed accessibili siti archeologici sottomarini. La zona sembra sia stata interessata da spostamenti della sabbia dei fondali ricoprendo parte dei sarcofagi e rendendo difficile poterli vedere anche ai subacquei esperti sebbene il giacimento archeologico sia segnalata da una colonna esplicativa.

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